Atto primo 9 Karp. A tutto, ma specialmente a quel che è a portata di mano. (Ulìta compare dal corridoio) Di nuovo ? Pfu ! Scappa via, dannata ! Ulìta (squagliandosi). Insolente ! BULÀNOV. (pensieroso). Si ?.. E che ? Karp. Dite bene: « sì » Voi perchè tormentate la signorina? Che vantaggio ne avete? BULÀNOV. Tuttavia... Karp. Bisogna agire con più cautela, signore; non per niente Ulìta striscia da queste parti ; lo riferirà subito. E piacerà alla padrona ? Non si sa ancora dovevi destinerà Raìssa Pàvlovna. Sebbene sia padrona, pure è donna; non si può sapere che cosa ha in testa. Adesso una cosa e subito dopo un’ altra, i suoi pensieri cambiano non solo sette volte la settimana, ma sette volte al giorno (1). Ecco, voi dite: sposare; ma forse vi farà fare qualcosa d’altro! Voi non siete padrone della vostra volontà; vi hanno portato qui per darvi da mangiare, perchè vostra madre è povera... E voi volete... Voi dovete guardarla sempre negli occhi. Bulànov. Negli occhi ? Karp. Certamente. Non avete che da star lì e osservare, poiché dipendete da lei... E poi col tempo, dai discorsi, e da qualche cos’ altro, potrete capire. Viene la padrona. (Esce. Bulànov si aggiusta i capelli e si arriccia i baffetti. Entrano: Garmfiskaja, Milònov e Bodàjev. (1) Ricorda il detto russo: « Ha sette venerdì in una settimana » per indicare instabilità. N. d. T.