36 La foresta AksjÙscia. No, Pietro, meglio provare la prima cosa. Pietro. Vuol dire, importunare? AksjÙscia. Si. Allora io, se... ci penseremo, tu introduciti nel nostro giardino sul tardi; da noi vanno tutti a letto presto. Pietro. Va bene. (Vieti di corsa il ragazzo) Che c’è? IL RAGAZZO. Il padre (e rapidamente scappa). Pietro, (svelto), Vuol dire, basta. Scappare a gambe levate! Addio, (si baciano e si separano). Scena seconda Dalla desti a, dal fondo compare SFORTUNATO Ha 35 anni, ma dal viso sembra molto più vecchio, bruno, con dei grandi baffi. I lineamenti ben pronunziati, profondi e molto mobili, conseguenza di una vita irrequieta e intemperante. Indossa un pastrano lungo e largo di tela grossa, in testa un cappello grigio e logoro a larghe falde ; stivali alla russa, grandi; in mano un bastone grosso e nodoso ; sulle spalle una piccola valigia, sul tipo di uno zaino, mantenuta da cinghie. Si vede che è stanco, si ferma spesso, sospira e getta degli sguardi cupi di traverso. Nello stesso tempo dall' altra parte compare Fortunato. Ha passata la quarantina, il suo viso è come se fosse imbellettato, i capelli sembrano una pelliccia logorata; baffi a pizzo sottili, radi, di un colore rosso cenere; occhi vivi, che esprimono canzonatura e timidezza nello stesso tempo. Ha una cravatta azzurra, un giubbetto corto, pantaloni piuttosto corti, attillati, mezzi