Atto quinto 125 MilòNOV. E vostra nipote? Ourm. Io sono malcontenta della sua condotta. Che cosa mi rimane da fare? Vi domando io. Non ostante tutto il mio desiderio di restare vedova per sempre (languidamente), e perfino di ritirarmi del tutto dal mondo, ho deciso di sacrificarmi. Io mi sposo, per mettere in ordine la proprietà perchè essa non vada a finire in cattive mani. MilòNOV. È un atto eroico ! Voi siete una eroina ! Bodàjev. Ma che eroina ! soddisfa semplicemente il suo capriccio. Milònov. Da molto, da molto dovevate farlo... Gurm. Ah, Eugenio Apollonic, bisognava trov: re l’uomo. È così difficile, così difficile nei nostri tempi. Che uomo è questo, se voi lo sapeste soltanto! (Guarda teneramente Bulànov). Ah, amico mio! BulànoV (baciandole la mano). Raissa, tu mi confondi. Milònov (minacciando col dito). Soltanto sorvegliatelo, Raissa Pàvlovna, sorvegliatelo bene! Egli è ancora tanto giovane. Gurm. Ah, no. Egli mi ha fatto un giuramento, un terribile giuramento. BULÀNOV. Signori, credetemi, io mi sforzerò di essere degno dell’onore che mi fa Raissa Pàvlovna, scegliendomi per suo marito. Quanto agli interessi di Raissa Pàvlovna, signori, nel più breve tempo la causa stessa parlerà per me; voi vedrete la proprietà nostra in uno stato fiorente. Milònov. Avete sentito? Avete sentito? Benissimo, giovanotto, benissimo! ✓