Atto quinto 121 Scena sesta Sfortunato, Fortunato Sfortunato. Beh, Arkadij, adesso potremo riposare. Ho molto denaro, fratello. (Mostra un pacco di biglietti) Andremo fino al Volga in una bella carrozza, e poi sul vapore in prima classe. Fortunato. Ghennadij Demianic, questo è senza eguale! Quanto amo le comodità, se voi lo sapeste soltanto! Sfortunato. Se ci faranno delle proposte vantaggiose, reciteremo, se no, non reciteremo. Andremo a NiZnij, alla fiera, avremo una serata d’onore; ma che la serata sia in agosto; in settembre, scherzi a parte, non l’accetterò. Faremo una bella vita, fratello. Fortunato. E non troverete un compagno migliore di me: io, sapete, io — Ghennadij Demianié, sono nato per questa vita. E la miseria così è! Nella miseria ognuno sa vivere; no, tu sappi spendere il tuo denaro con eleganza, qui ci vuole molta intelligenza, Ghennadij Demianiò. Sfortunato. E adesso, fratello, andiamo, beviamo del buon vino, facciamo uno spuntino prima di metterci in viaggio, prendiamo un bicchiere o due di sciampagna. Fortunato. Questa è la vita, Ghennadij Demianiò ! Questo io lo capisco. Altro che a piedi... Disprezzi te stesso. Non so voi, ma io disprezzo una vita simile. lo sono sempre per le persone ricche. Chi beve