Atto secondo 47 Lo zio alla mattina va in bottega e la zia beve tè e sospira tutto il giorno. Mi getta uno sguardo, sospira e dice : « o uomo infelice, assassino della tua stessa anima ». Non abbiamo altri discorsi. « Non è ora, assassino della tua propria anima, di cenare ? Sarebbe bene che andassi a dormire ». Sfortunato. Che vuoi di meglio ? Fortunato. È vero, cominciavo già a star meglio e ad ingrassare, quando una volta a pranzo, d’improvviso mi viene in mente il pensiero: perchè non m’impicco? Io, sapete, scossi la testa, per cacciarlo via, dopo un po’ di nuovo lo stesso pensiero, alla sera di nuovo. No, mi accorgo che l’affare va male, e la notte scappai dalla finestra. Ecco quel che ci càpita a stare coi parenti. Sfortunato. Anch’ io non ci vorrei andare, fratello mio, ma, ti confesso francamente, sono stanco e fino a Ribinsk c’è un’altra settimana di strada, e non sai nemmeno se troverai da fare. Se potes simo trovare un’ attrice drammatica, giovane, brava... Fortunato. Allora non ci sarebbe più da darsi da fare, da noi stessi... trovare degli altri sarebbe facile. Potremmo mettere su una tale compagnia- io farei il cassiere... Sfortunato. Ci manca proprio poco... non ab biamo 1’ attrice. FORTUNATO. Non se ne trovano adesso in nessun posto. Sfortunato. Ma che capisci tu cosa vuol dire un’ attrice drammatica ? Che sai forse tu, Arkascia,