Atto quinto 129 non fare economia, dei casi simili sono rari, non capita tutti gli anni che la zia si sposi. (Si siede dalla parte destra della scena, là si siedono anche Fortunato e Vosmibràtov. Karp se ne va). Continuate, signori, la vostra conversazione: noi non vi disturbiamo. MilÒnov. A noi interessa di sentirvi. Sfortunato. Con grandissimo piacere, signori. Per me è piacevolissimo di parlare in una così nobile società. Zia, voi siete felice, siete smisuratamente felice. Fortunato. Nella felicità l’uomo diventa più buono, più nobile. Ed ho ragione io? Non è vero, signori! Milònov. Giustissimo? Bellissimo, bellissimo! Sfortunato. Zia, voi avete una nipote, un essere dolce e gentile; ella ha un fidanzato. Egli non è tanto bello e ardito come il vostro, ma ella lo ama. Ecco suo padre. Gurm. Lo so, mio amico. Sfortunato. Egli, cioè, il padre, è un russo, signori, religioso, ma nell’animo un perfetto Kakaniano e Kirghito-kaisak. Egli ha famiglia, ama molto i suoi figli, gli piace sposare i suoi figli; ma vuole assolutamente ricevere mille rubli di dote, a causa della sua avidità e della sua ignoranza. Vosmibràtov. È giusto, signori, che è per ignoranza: soltanto noi di questa ignoranza non possiamo fare a meno, perchè su di essa si regge tutto. Sfortunato. Ecco, zia, per voi è una magnifica occasione di fare una buona azione. Gurm. Ah, no, no! Cosa sono queste novità! La- 9