98 La foresta di Dio, copritela con le vostre ali! (Aksjàscia in silenzio china la testa, con le braccia unite. Una breve pausa). AKSJÙSCIA. Fratello, non vi irritate contro di me ! Mi pesa tanto di dirvi... Sfortunato. Parla, parla! AKSJÙSCIA. Fratello, non mi prendete per una povera parente mendicante! Fratello, abbiamo vissuto con mia madre in grande povertà; io ero bimba, ma non mi sono mai inchinata a nessuno, non ho mai teso la mano verso i parenti ricchi; ho lavorato. Adesso, fratello caro, prego voi solo, e di notte, perchè non si veda la vergogna sulle mie guancie, fratello; voi siete ricco, solo, datemi la felicità, datemi la vita. (S’inginocchia). Sfortunato (la solleva, commosso, con un tremito nella voce). Bambina mia, bambina mia! AKSJÙSCIA. Se non fosse la paura della vergogna per il mio amore colpevole io non avrei mai mai... Siate padre per me, io sono una ragazza onesta, buona. Io insegnerò ai miei piccoli bimbi a benedirvi e a pregare per voi. Sfortunato. Oh, taci, taci ! Io mi strapperò tutti i capelli. Oh, bimba, bimba mia! Io sono un delinquente! Io potevo avere del denaro, potevo aiutarti, potevo farti felice; ed ho sciupato, speso il danaro per una vita disordinata; l’ho calpestato nel fango insieme alla mia gioventù, alla mia vita. Ed ecco, quando è necessario io non ne ho. Se io avessi saputo, mi sarei nutrito soltanto di pane, avrei indossato dei cenci e avrei cucito ogni rublo in questi