Atto quinto 133 Bodàjev. Un attore? Ah, diavolo! Bravo! Bravo! (Si avvicina a Sfortunato). La vostra mano! Mi domandavo io chi poteva parlare così bene, così nobilmente. È così raro da noi. (Mostrando Fortunato). Anch’egli è un attore? Sfortunato. Un attore- Bodàjev. Egli non parla? Sfortunato. No, parla. Bodàjev. Che cosa dice? Fortunato. Fischia come uno storno, saluta come una gazza. Bodàjev. Ah, bravo, bravo! (Sì allontana e subito si avvicina a Sfortunato). Io gli regalerò una pipa di schiuma. Venite a trovarmi, sarete benvenuti. Sfortunato. Per divertirti? Prendi dei buffoni! Beviamo ! Bodàjev. Che? Ah, ah, ah! Egli è divertente! (Si allontana). Gurm. (a Bulànov) Si dovrebbe trovare il modo di farlo andar via; Dio sa dove andrà a finire. Bulànov. Pare, che vi prepariate a partire? Sfortunato. Già da molto, fratello, mi preparo. Bulànov. Allora, forse, è tempo! Sfortunato. Arkadio, ci scacciano. Veramente, Arkadio, perchè siamo venuti, come siamo capitati in questa foresta, in questa umida, tetra selva? Perchè, amico, abbiamo svegliato i gufi e le civette? Perchè disturbarli? Che vivano pure come piace loro! Anzi tutto è in ordine, amico, come in una foresta deve essere. Le vecchie sposano degli studenti, le fanciulle