206 CAPITOLO SETTIMO. Di tutte queste operazioni difensive la sola che possiamo tentare con qualche probabilità di successo è l’ultima; dobbiamo, però, onde evitare false interpretazioni e funeste conseguenze, ■confessare che questa speranza non è certezza. Sarebbe oggi temerità dire al paese che noi possiamo sicuramente impedire l’invasione diversiva, e quindi assicurare la penisola dalle mi-naccie di grandi operazioni di sbarco. Il giorno che l’armata potrà dire al paese: posso coprire la penisola, poiché ho certezza di poter forzare il blocco nemico, saranno compiute le speranze nazionali, e l’Italia, per quanto ancora minacciata dal mare, potrà, con fede nei propri destini, aspettare con orgoglio l’eventualità di una guerra. Finché, però, non potremo assumere questa responsabilità gravissima, ed oggi non lo potremmo, dobbiamo porre, quale determinante del nostro sistema di difesa, l’invasione diversiva. Organico del nostro materiale da guerra. Onde assicurare la nostra esistenza nazionale quante e quali forze ci sono necessarie? Quale deve essere il nostro ordinamento difensivo, quale l’organico della fiotta? Prendendo a base della organizzazione futura il nostro ordinamento attuale, io stimo sufficienti e necessarie queste disposizioni : 1“ Mantenere alla Spezia il primo gruppo tattico coll’ aggregazione di tre navi corsiere ; 2a Concentrare alla Maddalena sei gruppi di navi, composti ciascuno di una nave tattica e di due navi da crociera; 3a Destinare l’ottavo gruppo, completato' da una sufficiente flottiglia, alla difesa del centro strategico ; 4a Concentrare alla Maddalena una divisione corsiera, composta di dodici navi da reclutarsi fra quelle militari e mercantili e da ripartirsi opportunamente fra le necessità del servizio di squadra e quello di corsa. È questo l’organico e l’ordinamento, col quale, nei limiti di un’ operazione militare, noi possiamo impedire l’invasione marittima peninsulare.