232 CONCLUSIONE. cora il mezzo milione di combattenti, quando si prendessero le misure che la situazione consiglia ; 6“ Essere abbastanza protetto sul fronte da buone linee difensive che agevolino la difesa mobile e forzino il nemico a dividersi, permettendoci di operare esternamente ed internamente con masse preponderanti contro colonne parziali. Il teatro di guerra, che soddisfa a quasi tutte queste condizioni, è quello circoscritto dal Tirreno, dall’Appennino e dal Tevere. La piazza di Bologna e quella della Spezia, quando ne sia accresciuta la capacità logistica, consentono di mantenere il contatto coll’ alta Italia, impiegando forze convenienti nella difesa mobile e nella controffensiva. Il possesso del golfo della Spezia, la vicinanza della Maddalena, alcuni porti mediocri sulla costa ed una flotta sufficiente ad impedirne le invasioni coprono la base del ridotto e permet • tono di conservare relazioni ed ottenere rinforzi dalle provincie La capitale è compresa nel ridotto ed il suo campo trincerato consolida l’estremità della base. È ben vero che, situata agli estremi, la capitale è troppo esposta, ma non tanto da potere essere occupata di primo slancio. È in condizioni favorevoli per un trasloco provvisorio, e quando la linea del Tevere, che forma il più debole lato del ridotto, fosse opportunamente apprestata, collegandola coll’Appennino presso Terni, anche Roma sarebbe abbastanza sicura. Questo ridotto che potrebbe essere migliore, ove possedesse qualche interno elemento disgiuntivo, proporzionato alle forze operanti, quando la posizione della capitale non imponesse di estenderlo fino al Tevere, e quando il suo lato meridionale avesse caratteri più spiccati che non ha, è però quanto abbiamo di meglio onde raccogliere, dopo successivi disastri, le estreme speranze della patria, con larga probabilità di potere riprendere, dopo rifatte le forze, con vantaggio naturale l’offensiva. Gli avvenimenti non sono prevedibili. La fortuna potrebbe sorridere a noi come al nemico. Dato però il caso di contraria fortuna, noi potremmo ripararci sul Tevere o sull’ Appennino a seconda delle eventualità, onde tentare ancora l’estrema, disperata ed inutile, quantunque eroica difesa.