I DETERMINANTI DELLA DIFESA ESTERNA. 125 Il principale carattere della guerra di crociera è invece quello strategico. Il suo scopo non è l’azione tattica, nella quale il nemico ha la massima probabilità di concentrare forze preponderanti sopra un punto decisivo ; ma invece è 1’ operazione strategica esterna alla zona d’investimento, che ha tanjta maggiore probabilità di riuscire, quanto è più difficile indovinarne lo scopo e seguirne le tracce. Non è certamente possibile escludere in tutto l’azione tattica, chè anzi converrà talora provocarla opportunamente, impegnarla con temerità, svilupparla nelle condizioni di tempo e di luogo propizie alla difesa, ec. : ma non conviene mai perdere di vista il carattere principale della difesa offensiva che ha la sua forza nella strategia e, per soverchia influenza degli avvenimenti tattici che stringono più da vicino il centro della difesa, non posporre mai il dato strategico al tattico se non si vuole rinunziare ai grandi benefizi di una campagna strategica. Dice infatti lo Chabaud, nel suo Essai Ilistorique sur la strategie et la tactique modernes, che importa osservare come la strategia navale trovi le sue più grandi applicazioni nelle guerre ove uno dei belligeranti possiede una superiorità incontestabile, e come questa scienza sembri impicciolirsi a misura che le flotte nemiche tendono alla equipotenza, mentre la tattica al contrario acquista una preponderanza considerevole. Stabilita la natura della guerra offensiva e determinatone il principale carattere tattico, dovrei ora provarmi a dimostrare che la natura della difesa, nella nostra ipotesi di potenzialità relativa delle forze navali, dovrebbe appunto essere strategica e la guerra da apprestarsi con ordinamenti opportuni quella di crociera e di corsa. Quali sono le ragioni che militano in favore di questo sistema? Quali le opinioni autorevoli che in massima consiglie-rebbero ad una flotta inferiore la guerra di crociera,, come vedemmo generalmente indicata l’opportunità della grande guerra per le flotte offensive ? Se noi interroghiamo la storia e studiamo criticamente tanto il periodo remico, quanto quello velico, troviamo che le flotte numericamente inferiori, ma saldamente organizzate ed arditamente condotte, cercavano di compensare con elementi strate-