I CENTRI DIFENSIVI E STRATEGICI. 53 dispersero gli avanzi e le tracce di quelle apoteosi navali. La sostituzione della vela al remo nelle armate, benché lenta ed incerta nel Mediterraneo, trasformando la tattica e la strategia navale, come già la degenerazione politica aveva trasformato e sminuzzato il nostro sistema di difesa, finì col disabituarci dallo studio del periodo remico per corrompere la scienza navale colla funesta preponderanza del periodo velico. Procedendo dal periodo romano a quello italico, noi troviamo, col riprodursi delle condizioni generali, ripropugnati gli stessi principii di difesa marittima e suddiviso in tre zone di azione distinta e quasi indipendenti, il litorale italiano. Da quanto ebbi occasione di esporre, e da molte prove che mi sarebbe facile addurre, se già sopra tale argomento io non mi fossi dilungato di troppo, credo di essere nel vero concretando che il criterio strategico della nostra difesa è che ciascuno dei nostri tre mari deve costituirsi in una zona distinta d’azione co’ suoi propri centri difensivi e strategici. Ciò non pertanto io non mi rassegno volonteroso a questa necessità, generalmente ammessa, alla quale forse siamo oggi costretti; poiché, a parer mio, se deriva dalla nostra configurazione geografica, potrebbe essere corretta dalla trasformata natura delle flotte in modo che la zona marittima del Jonio potesse venire compresa nelle zone strategiche dell’ Adriatico e del Tirreno. Le nostre tre zone marittime difensive corrispondono adunque, più per intuito che per rigorosa dimostrazione, ai nostri tre mari. Per ognuna di queste zone dobbiamo noi avere un centro difensivo ed un centro strategico? Non tornerebbe più utile avere un solo centro che fosse nello stesso tempo difensivo e strategico ? Le condizioni marittime delle nostre coste si prestano a questa utile semplificazione del nostro problema generale ? Per rispondere a dovere è necessario esaminare paratamente le condizioni dei tre bacini marittimi.