I DETERMINANTI DELLA DIFESA ESTERNA. 133 dotta nelle condizioni presenti di potenzialità relativa, vediamo quali sarebbero i mezzi che ci consentirebbero un’efficace difesa contro l’offensiva esterna e quale indirizzo si dovrebbe dare alle costruzioni e agli ordinamenti navali. La specie di offesa esterna che dovremmo procurare di impedire, perchè più pericolosa, è quella che compromette la nostra mobilitazione, ossia la concentrazione delle nostre forze peninsulari ed insulari. Questa offesa, come dissi, può esercitarsi in dué modi: Io troncando le nostre comunicazioni per mare ; 2° troncando o danneggiando seriamente le linee ferroviarie costiere. Contro queste offese nemiche quali mezzi principali si presentano di efficace difesa ? Il periodo della nostra mobilitazione, quando la realtà dei fatti corrisponda alla presupposizione teorica, non dovrebbe durare più di quindici giorni, ed anche ammesso un margine di altre cinque giornate ne verrebbe che solo durante questo periodo iniziale 1’ offesa esterna può essere molto dannosa all’ Italia. Io non entro in particolari di mobilitazione, chè non mi spetta di stabilirne l’importanza, nè determinare le cautele ed i provvedimenti opportuni; a me basta ammettere, come lo dimostrano taluni studi di mobilitazione dell’ esercito, la necessità di avere almeno per quindici o venti giorni una sicurezza sufficiente di operazioni logistiche. In qual modo raggiungere questa sicurezza? Come conservarla per tutto il tempo necessario? Raggiungerla è possibile, conservarla per tutto il tempo della mobilitazione è molto difficile. Finché l’armata difensiva potesse considerarsi superiore in forze alla nemica, potrebbe conseguire importanti vantaggi ed assicurare per tutto il tempo che rimane libera, senza imprudentemente staccarsi da’ suoi centri difensivi e strategici, la mobilitazione dell’ esercito, operando per divisioni o per gruppi di navi rapide ed omogenee nel modo che ho detto sbozzando il compito dell’ armata nel periodo iniziale. Gli studi di mobilitazione degli eserciti, in questi tempi di eccessiva intensità iniziale, si sono susseguiti con febbrile attività e potrebbe dirsi che questo ramo delle scienze militari, quasi sconosciuto prima delle guerre del 1866 e 1870, sia oggi quello più diffusamente trat-