122 CAPITOLO QUARTO. Principali forme dell’ offensiva esterna contro V Italia, Gli scrittori die trattarono della guerra marittima divisero quasi sempre l’azione navale in due classi, a seconda del modo come essa veniva condotta. Queste due forme principali della guerra esterna marittima sono : la La grande guerra, ovvero guerra di squadre che si risolve colle grandi battaglie navali; 2° La guerra di crociera, eseguita da navi staccate, o da piccole divisioni di navi militari, col complemento di quelle da corsa. Benché il Trattato di Parigi del 16 aprile 1856, con grande ingiuria delle nazioni minori, abbia abolita la corsa, senza assicurare la inviolabilità assoluta della proprietà privata, pure non credo che un assioma di diritto marittimo strettamente militare e per nulla umanitario, vincoli le potenze firmatarie alla osservanza di quella brennica legge. In caso di guerra stimo diritto e dovere nazionale la corsa, poiché questa è la grande leva del debole contro il forte, quando la preveggenza del Governo sappia provvedere per tempo. Non escludo quindi la corsa dalla nostra difesa, chè anzi la reputo un fattore importante e necessario di una buona guerra di crociera, quantunque nelle condizioni presenti del materiale mercantile assai poco si possa confidare nella sua utile cooperazione alla nostra difesa. Se, però, tali sono le condizioni odierne, non dobbiamo sconfidare dell’ avvenire, chè, meditando severamente il problema della nostra difesa, convinti della necessità di utilizzare militarmente un materiale che diverrebbe preda ’ del nemico, troveremo modo di ordinare le nostre forze difensive sopra basi più salde e più soddisfacenti al nostro problema marittimo. La guerra corsiero, è quindi una terza forma della guerra navale, distinta dalle altre due, che non esclude dalle operazioni di una campagna, come queste nòn escludono quella, che anzi possono, con maggiore o minore utilità, venire contemporanea-