I CENTRI DIFENSIVI E STRATEGICI. 45 più centrale della valle del Po, copre una metà di questa valle, sia che l’attacco provenga da oriente, sia da occidente ; protegge la linea di operazioni e di ritirata dell’esercito operante; essendo a cavallo di un fiume, riunisce tutti i vantaggi dell’ offensiva e della difensiva; è una minaccia di fianco all’invasore che si avanzasse in Lombardia ; è la barriera naturale fra il Po e l’Appennino ; è la chiave delle vie di comunicazione col-1’ Emilia, colla Liguria, col Piemonte, colla Lombardia. Avendo davanti a sè la stretta di Stradella ed un gran fiume, la controffesa delle truppe accolte nella piazza metterebbe l’attaccante in cattive condizioni. Piacenza, in una parola, situata lungo la linea principale di operazione, favorita da non poche condizioni logistiche e topografiche vantaggiose, convenientemente rafforzata da opere di fortificazione, è un punto strategico importante che favorirà il concentramento dell’ esercito di prima formazione, offrirà largo campo alle offese e coprirà la nostra ritirata sopra Bologna. > Da tutte queste considerazioni sulla piazza di Piacenza, che sono il compendioso prodotto dell’ analisi critica dei sistemi Ricci ed Araldi,' si scorge come i caratteri principali di Piacenza siano quelli di un perno, o di un punto, o di un centro strategico capace di una energica e fortunata controffensiva, che possa, nelle peggiori eventualità, coprire la ritirata sulla piazza di rifugio. I caratteri principali di questo centro di rifugio non devono certamente essere uguali a quelli del centro strategico, ed infatti la relazione parlamentare vuole per Bologna- qualche cosa di diverso da quello che vuole per Piacenza. Dopo avere accennato alle condizioni in cui ci troveremmo dopo perduta la linea del Po, e retroceduto alla difesa di quella dell’ Appennino dalla Spezia alla Cattolica, il relatore fa spiccare l’estrema necessità di mantenere il piede a tutta oltranza al di là dell’ Appennino, senza di che non ci sarebbe possibile un poderoso ritorno offensivo per gli sbocchi dell’ Appennino fortemente occupati dal nemico. Onde potere tenere il piede ad oltranza nella valle del Po, dice il relatore, per un ritorno offen- 1 G. Araldi, Nuove Considerazioni.