LE DIFESE DI COSTA. 81 tattici, mi assicura dell’avvenire che è serbato a questo sintetico concetto, che è la più semplice espressione di quell’ unità dalla quale si misura il valore del sistema. Una frontiera marittima, e la nostra fra le altre, non è però mai tanto scoperta che in taluni punti non si presti ad una sufficiente difesa locale, mentre altri sono poi specialmente indicati quali obbiettivi strategici e quindi di una maggiore importanza difensiva. Sempre quando la topografia della costa assimilerà una frontiera marittima a quelle interamente scoperte, io non cesserò dal propugnare le piazze-manovra e lo sviluppo delle forze mobili ; ovunque però il litorale avrà caratteri difensivi importanti, e sarà fatto segno ad una intensa offesa, capace di influire energicamente sullo sviluppo della guerra, io credo che si debba seriamente discutere l’importanza della difesa locale, e determinare i limiti nei quali deve rimanere circoscritta la sua influenza. Stabiliti questi principii generali, che ci permettono d’intendere l’utilità delle nostre difese costiere, passiamo a vedere quali fra quelle più propugnate debbono considerarsi parte integrante del nostro sistema nazionale, e quali debbansi considerare complemento indispensabile, od anche semplici rappezzature al sistema per temporanea insufficienza dell’ armata. L’ultima espressione dell’ opinione militare, quantunque siano tuttavia moltissime le dissenzioni, è quella del Tixon, il quale, oltre le piazze di Spezia, Taranto, Venezia per la difesa degli arsenali, vorrebbe che si fortificassero le posizioni di Vado, del-l’Elba, della Maddalena, di Baja, di Messina, di Brindisi, di Gaeta, di Ancona e di Monte Argentaro, onde vietare al nemico il possesso di quei luoghi di rifugio e di collegamento della nostra flotta. Se a queste piazze di prima o di secondaria importanza si aggiunge quella di Genova, troppo caldamente propugnata da tutti gli altri scrittori militari per non valere la spesa di particolare discussione, avremo ridotto al minimo il numero delle piazze marittime, delle quali con maggiore o minore energia si persiste a propugnare l’indispensabilità. Avendo già concretato il problema dei centri difensivi e strategici, mi rimane solo ad esaminare il valore delle posizioni di Vado, Genova, Baja, Gaeta e Monte Argentaro, considerate in «