110 CAPITOLO QUARTO. operazioni nei varii teatri di guerra, in correlazione colla natura e gravità della probabile offesa nemica ; che semplificano ed organizzano il lavoro del comandante supremo e dei concilii di guerra ; che creano nell’ armata una omogeneità di pensiero ; che eliminano le avventurose ed assurde intraprese ; che educano lentamente nell’ opinione pubblica la coscienza di ciò che può compiere l’armata, dissipando le pericolose illusioni, dalle quali irrompono le sfiducie e le recriminazioni incoscienti, consigliere intempestive di ordini che precipitano e compromettono le operazioni di guerra. Lo studio dei nostri teatri di operazioni marittime non è compatibile colla natura di questo mio lavoro ; esso dovrebbe essere opera di Commissioni speciali, ond’ io mi limito a segnalarne la necessità nella speranza che ci si provveda per tempo, mentre le altre nazioni si ostinano e s’affaticano, per dissimili moventi, a rabberciare e puntellare il maestoso e secolare edificio che si sfascia per lenta decomposizione delle basi sulle quali sorgeva. Scopo di questo mio scritto è lo studio delle offese che possono minacciare dal mare l’Italia, classificandole secondo la loro entità e determinando ad un dipresso il periodo nel quale si compirebbero ; stabilire la quantità e qualità delle forze che dovrebbe sviluppare il nemico per conseguire i suoi svariati obbiettivi, ed infine determinare la natura, la potenza, l’impiego della flotta difensiva nelle variate operazioni della guerra, nei limiti che consente la potenza relativa delle flotte nemiche. Nella impossibilità di tutto salvare, quando si lotta contro il forte, è necessario sapere misurare le forze proporzionatamente al compito assegnato. Vorrei che altri con autorevolezza maggiore dicesse alla nazione quanto essa possa chiedere all’ armata, quanto questa possa compiere, quanto il suo capo concedere a chi da Roma, come già da Firenze, turberà 1’ equilibrio militare gettando nella bilancia della guerra il suo sapere politico. Voglio fino dal principio di questo studio protestare contro la generosa illusione che s’ affida di tutto coprire e tutto difendere; di conseguire con fortuna splendidi risultati con piccoli mezzi; che non ha la coscienza di quello che può; non il convincimento di quello che deve; non la fortezza del temporeggiare; non il coraggio di sentirsi maggiore degli eventi.