ESAME CRITICO DEI SISTEMI DIFENSIVI. 7 nemico sarebbe costretto ad operare per portarsi dalla valle del Po a quelle dell’ Arno e del Tevere. A complemento di questo sistema territoriale di difesa il Ve-roggio propone di fortificare Spezia, Venezia e Taranto, queste città essendo stazioni militari marittime. In tutto questo progetto completo di difesa non è fatto cenno della possibilità di un’ offensiva marittima ; il mare è considerato come una difesa naturale contro le operazioni di sbarco ; le premesse quindi non corrispondono alla natura dell’ offensiva marittima e la soluzione proposta non è per conseguenza completa. L’Araldi,1 dopo avere detto che scopo della guerra è l’occupazione del suolo nemico, che la vittoria è decisa dall’ urto della massa sul punto decisivo strategico del territorio da esso difeso, che le piazze devono essere poche e strategicamente situate, e che i punti strategici sono sempre molto interni nello stato e nel bacino fluviale in cui si trovano, perchè sono il punto di convergenza, il nodo delle comunicazioni principali, conchiude che un invasore non può accedere nè rimanere nella penisola italiana, se non è padrone della valle del Po, se quindi non ha in sua mano il punto decisivo strategico del bacino, e per conseguenza se non è padrone di Bologna, la quale è il perno difensivo strategico delle valli dell’Arno e del Po, quando il suo centro principale d’azione abbia per centri secondari Stradella, Mantova e la Spezia. Tutto questo sistema di difesa, che ha per centro d’azione principale Bologna, è fondato sulla grande potenzialità difensiva dell’Appennino toscano, del quale possediamo i due versanti e sul quale dobbiamo concentrare le difese. L’Araldi adunque, ritenendo che VAppennino è l’ostacolo più formidabile che copre l’Italia, perchè di fronte è coperto dalle Alpi e dal Po ed ai fianchi dai due mari Mediterraneo ed Adriatico, che lo mettono al sicuro da qualunque movimento girante, conclude essere l’asserzione che i destini d’Italia saranno decisi nella valle del Po un pretesto accampato da chi vorrebbe conservare in quel bacino il centro della difesa. Il valore difensivo dell’ Appennino sta quindi per l’Araldi, ' G. Araldi, opuscolo citato.