teste, i capelli volanti, le pieghe ondate rivelano l’influsso della forma decorativa di Agostino di Duccio. E nello stesso tempo, può vedersi la pesantezza della massa cilindrica della testa, il collo come rocco di colonna, la densa capigliatura ricciuta, simile all’aureola di un’imperatrice romana. Le vesti di velo degli angeli leggeri di Agostino di Duccio, che trasforma il marmo in spuma, in trine, sono qui grevi, marmoree ; le pieghe si acciaccano, si spezzano qua e là, martellate sul nudo; il rotulo, come una lastra di bronzo pesante, cade con una curva ad esse piena di energia : le nicchie chiudono, a stento, quei corpi poderosi, che destano in noi, in ogni particolare, anche negli occhi sporgenti, nella bocca muta, l’idea della forza, non violenta come in Giorgio Orsini, ma uguale in potenza. Questa ricerca del rilievo, questa concezione, essenzialmente plastica, del volume delle forme si concreta più decisamente nel basso-rilievo dell’arco d’Alfonso d’Aragona a Napoli, con l’addensamento delle figure pigiate nello stretto spazio degli intercolunni, salde come la clava nodosa che il guerriero a destra di Alfonso impugna nelle mani di ferro dalle vene scoppianti : la massa delle figure immobili, astratte, inchiodate al suolo ha una grandiosità incomparabile nella sua imponenza : si sente che se quella formidabile schiera si mettesse in cammino, scuoterebbe la terra col rombo dei passi pesanti. Le figure si stringono a formare una muraglia vivente, poderosa, le picche si assiepano nel fondo, serrate ; in quella mancanza di spazio e d’aria sta la grandezza dell’opera. Le forme umane sono colonne ben più grevi di quelle che dividon lo spazio : il leone accosciato sui suoi unghioni a sinistra, il cane a destra, hanno il valore statico, l’immobilità dei leoni azzannanti nelle cattedrali romaniche : quando le figure si muovono, si svolgono di colpo, come se le maglie d’acciaio, che le serrano, irrigidissero le articolazioni, come se girasse una massa di ferro. — La stessa immobilità di colonna, lo stesso valore plastico, ma una forma idealmente superiore, purissima, hanno le statue addossate ai fianchi del camino nella camera della Jole nel palazzo ducale d’Urbino, con un sapore di puro arcaismo nella tornitura dei piani. Sebbene la forma arcaica sia nel Laurana raffinata, sebbene manifestata per via diversa, ravvicina ancora i due dalmati Giorgio Orsini e Francesco Laurana : si intuisce nel fondo della loro arte una stessa 28