GIORGIO ORSINI. La vita artistica di Giorgio Orsini, chiamato più comunemente Giorgio da Sebenico, comincia nel 1441 quando egli è chiamato dal vescovo Giorgio alla costruzione del Duomo famoso. Le carte del tempo ricordano più volte l'artefice. Ci dicono ch’egli è nato a Zara, la Jadera dei latini, da Matteo Orsini discendente dai rami della nobile famiglia romana. Ci annunziano il suo arrivo a Sebenico per l’inizio della grande opera. E lo indicano, anno per anno, come tT&agister Georgius lapicida quondam Riattai de Jadra, habitalor Venitiarum ad praesens existens Sibinici (22 giugno 1441) o come ¿T&agistcr Georgius q. m. ¿JiCathai lapicida de Jadra, protho magister fa-bricae Santi Jacobi de Sibenico (21 giugno 1447). Più tardi sappiamo ch’egli è chiamato habitator Sibinici e che, durando a lungo la costruzione della chiesa grandiosamente concepita, a causa della povertà del Comune, opera in varie città della Dalmazia, e sull’altra sponda deH’Adriatico familiare. Giorgio Orsini è insieme a Luciano e a Francesco Laurana uno dei geni più compiuti e più significativi della latina Dalmazia: e tra le glorie più pure della patria italiana. Educato alle visioni di romanità che la terra di Diocleziano offre a chi in essa viva, pensoso innanzi alle enormi vestigia imperiali di Spalato, egli crea un’ aurora di classicità che talvolta ci sgomenta. Alza il suo Duomo nove anni prima che Leon Battista Alberti iniziasse il Tempio Malatestiano di Rimini. E mentre a Venezia le concezioni architettoniche fioriscono ancora nella Porta della Carta, egli tempera il gotico e lo trasmuta con limpido spirito nel classico, dà solennità al Palazzo dei Rettori in Ragusa, e contiene la impetuosa esuberanza della sua scoltura nell’episodio della Flagellazione che è nell’arca di Santo Anastasio a Spalato. Il trapasso di forme che l’Orsini concepisce e risolve non si riflette sulla sua possente personalità diminuendola. L’impronta del suo genio è quella leonina del fondatore e del precursore. E come tale egli si eleva innanzi agli occhi nostri e prende il suo alto posto nella Storia dell’Arte Italiana. Secondo le cronache locali, Giorgio Orsini è morto a Sebenico nel 1475 dopo aver raggiunto, con le sue molte fatiche, un’agiata pace, e aver fatto scolpire sulla fronte della sua casa l’arme con gli orsi e la colonna, segno delle sue romane origini patrizie. 61