LUCIANO LAURANA. Lucianus quondam Martini de Jadra prooindae Dalmatiae Architectus. Come Giorgio Orsini, Luciano di Martino della Vrana è anch’egli di Zara quasi che la piccola città dalmata abbia avuto, in ogni tempo, la missione d’adunare la maggior somma d’italianità vittoriosa. Nel maggio del 1451 troviamo Luciano Laurana a Napoli. Egli lavora alla fabrica di Castelnuovo: e il 30 ottobre del 1453 ha compiuto le due grandi torri e l’arco che s’innalza tra i loro fianchi poderosi. L’arco d’Alfonso d’Aragona, al quale diedero poi gli ornati e le siepi dei guerrieri immobili nelle loro armature, Paolo Romano, Pietro di Milano, Isaia da Pisa, Francesco Laurana. Più tardi Luciano è a Mantova e vede sorgere pei Gonzaga le architetture di Leon Battista Alberti. È infine a Urbino ove Federico di Montefeltro gli affida la costruzione del suo Palazzo Ducale, della abitatione bella e degna che è rimasta attraverso i secoli, con la sua magnificenza, e con la nuova armonia delle sue forme e delle sue invenzioni, come l'esemplare perfetto al quale è necessario chiedere ispirazione e insegnamenti prima di tentare le vie aspre deH’arte. Dopo aver compiuto il suo capolavoro, Luciano Laurana passa, nel 1472 alla corte di Costanzo Sforza ed alza a Pesaro la rocca che difendeva la città marina. A Pesaro muore nel 1479. Il più recente studio su Luciano Laurana appartiene ad Adolfo Venturi e gitta una luce vivida e fresca sulla figura del grande artefice di Dalmazia. Il Venturi combatte l’opinione di quei critici che vogliono Luciano disceso dal Bru-nelleschi : e nemmeno gli pare che abbia influito sulla sua arte l’Alberti. Luciano Laurana è, secondo il nòstro storico deH'Arte, l’apportatore di un’aura nuova che percote le vette e le vallate dell’ Appennino innanzi ai monti e al mare della sua Zara. n Non in questo Maestro — dice Adolfo Venturi — le nervose eleganze del Brunelleschi, nè la monumentalità di Leon Battista Alberti, ma studio di proporzioni, chiarezza di superfici distese, abbandono degli ornati per amore di forma pura, quiete inalterata e profonda .... n Leon Battista Alberti, per via di proporzioni numeriche, dà agli edifici risonanze armoniche: lo stile del Laurana conduce a ritmo tranquillo a regolarità cadenzata di pause n. Il palazzo di Urbino è così un n poema di linea e di massa ". E l’anima di Luciano è tutta nella bella corte ove " il Laurana è unico nel suo amore di sintesi ; nella semplificazione assoluta che permette ai volumi di spiegare tutta la loro intrinseca bellezza. Le sue superfici tendono ad aprirsi spianandosi: le facciate come le foglie dei capitelli, come le piccole volute joniche. Dignità, riposo, serenità imperturbata, vivono entro la chiara geometria dei volumi, la purezza delle proporzioni, il nitore delle facciate, dove l’ombra non trova nidon. Accanto a Luciano oprano, nel palazzo di Urbino, Piero della Francesca, e Francesco Laurana. La Dalmazia si afferma, coi suoi due grandi figli, più che mai schietta terra d’Italia. 62