LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 93 dal partito socialista, i tentennamenti della politica estera e il bluffismo demagogico dei nittiani, avevano difatti formata la convinzione, specialmente nei croati, che l’Italia fosse una nazione indebolita e impotente, contro la quale essi avrebbero potuto misurarsi a cuor leggero. Il giornale Politika di Belgrado, dopo la Marcia di Ronchi, ci fece persino questa pietosa e magnanima dichiarazione : « Non si è da noi reagito contro l’impresa dannunziana per il desiderio di evitare al popolo italiano, che già agonizza in tante sciagure, una nuova Caporetto ». E questo è ancora poco. Il giornale Hrvat disse fra l’altro in un curioso e tipico articolo che rispecchiava esattamente lo stato d’animo jugoslavo di allora : « Gli ultimi rovesci italiani in Albania ed i conseguenti moti rivoluzionari nella penisola, dimostrando l’impotenza bellica dell’Italia, devono far comprendere a tutti gli jugoslavi che dannoso sarebbe venire ad un sollecito accordo con 1* Italia, accordo che nella migliore ipotesi, lascerebbe a questa ultima la sovranità su Trieste e su Gorizia, mentre sostenendo coi fatti i diritti jugoslavi, data la evidente debolezza dell’Italia, si potrebbe non solo portare la linea di confine all’Isonzo ma anche redimere gli slavi entro il vecchio confine italiano. In primo luogo la sollevazione albanese e la rivoluzione in Italia dimostrano che soltanto energiche e destre azioni possono contro un nemico già scisso all’interno apportare seri risultati; in secondo luogo che abbiamo nella stessa Italia un alleato : la massa del popolo che ha dato il suo tributo di sangue alla guerra imperialista e che impedirà una salda difesa da parte del- 8 — LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA