LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 79 vieppiù nel suo punto di vista, e giunse persino a minacciarci delle rappresaglie economiche. Dopo la gesta fiumana, d’Annunzio comparve a Zara improvvisamente il 15 novembre. A Spalato gli jugoslavi rincrudelivano allora contro cittadini, militari e istituzioni italiane. Il Senato americano commentò e disapprovò severamente la condotta mantenuta da Wilson alla Conferenza della pace, ma l’ostinato roccioso paciere si dimostrò ancora ostile verso l’Italia; e come la Francia e l’Inghilterra parve che si adoperassero a renderlo più ragionevole nei riguardi della questione adriatica, egli minacciò di disinteressarsi dell’Europa. In tutto questo tramestio il Ministero Nitti cadeva e si rialzava. Mentre andava infuriando la corrente socialista e i primi gruppi dei Fasci di combattimento preannunziavano la riscossa della nuova Italia, Giolitti faceva sgombrare l’Albania il 3 agosto 1920, e d’Annunzio rispondeva a quell’atto con la costituzione della « Reggenza del Carnaro ». L’ 8 novembre si iniziavano a Rapallo le trattative fra la Delegazione italiana composta da Sforza e Bonomi e quella jugoslava composta da Trumbic, Vesnic e Stoja-novic per la regolazione della questione adriatica. Il 12 dello stesso mese non parve vero alla delegazione serbocroato-slovena di firmare il Trattato che cedeva alla Jugoslavia tutta la Dalmazia, ad eccezione di Zara e di qualche isola. Esso fu di una colossale indegnità, che veniva anche integrata da un altro documento di rinunzia che Sforza consegnava in Rapallo ad Ante Trumbic.