LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 87 La Città Olocausta riceveva l’ultimo oltraggio! Fiume intanto tumultuava. D’Annunzio ricusava ogni invito che gli veniva da Roma di desistere dalla resistenza. Il 21 dicembre perciò il governo italiano faceva bloccare Fiume e il Poeta si dichiarava in stato di guerra con l’Italia. Dal 24 dicembre al 31 si combattè con dolorose perdite d’ambo le parti. Vi fu solo la tregua del 25, il « Natale di Sangue » di Fiume. Infine, per evitare il doloroso spettacolo di una guerra fratricida, d’Annunzio rassegnò i poteri nelle mani del Podestà. Era la fine. La volontà antistorica dei governanti italiani sacrificava impunemente l’ardente pura terra della Dalmazia mille volte italiana. Ma negli anni tristi di un’altra sconfitta, il cuore dei patrioti di Spalato aveva gridato queste parole di fede e di luce: TENETE ACCESO UN PICCOLO FUOCO E UN PICCOLO LUME. FORSE ALTRI VERRÀ’ UN GIORNO A FARE DI QUEL FUOCO UN INCENDIO, DI QUEL LUME UNO SPLENDORE. I JUGOSLAVI DOPO L’ARMISTIZIO In Jugoslavia intanto che avveniva? Il reggente Alessandro andava cogliendo tutte le occasioni per agitare l’irredentismo adriatico, o meglio, l’imperialismo jugoslavo antitaliano. Una insinuosa e tortuosa propaganda preparava il campo per una strepitosa dimostrazione di jugoslavismo nel territorio nella Venezia Giulia.