102 A. BESOZZI - V. A. MARTINI litico, perchè i componenti sono divisi e allontanati da diversità di interessi economici che rendono impossibile un’attiva- collaborazione. La Piccola Intesa firmò anche con la Polonia una con-venzione segreta militare nel 1922 a Marienbad, ma anche la Polonia non poteva fattivamente entrare in un’orbita di interessi comuni in quanto è risaputo che Praga persegue una politica tradizionalmente antipolacca. I piccoli-intesisti che il socialista Snowden definì con una formula cruda « una banda di grassatori », si riuniscono sovente per avere tutta l’aria di fronte all’Estero che hanno sempre qualche cosa da dirsi nel campo dell’economia e della politica, ma finora si è visto che simili riunioni si sono sempre ridotte a un diplomatico perditempo. La Piccola Intesa sorse quando v’erano alcuni interessi comuni in politica estera sùbito dopo gli armistizi, interessi derivanti dal timore d’una eventuale violazione ungherese del trattato del Trianon, e quando lo spirito degli slavi, esaltato dalle vittorie diplomatiche e dall’appoggio fattivo della Francia, era ancora sotto l’impressione apocalittica del panslavismo sbandierato con sì caldi accenti e lirica foga. Oggi quegli interessi comuni non esistono più, e in quanto alla fratellanza panslava, Praga e Belgrado tentano ognuna per proprio conto di diventare il centro di attrazione dello slavismo egemonico. La Rumenia poi è in una posizione certamente imbarazzante e disagevole. E’ già stato osservato che essa ha nella Piccola Intesa quel medesimo ruolo che ebbe l’Italia