LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 261 Rispondano a questi interrogativi coloro che foggiano il loro pensiero politico sul cliché stereotipo dell'« im-perialismo aggressivo fascista ». L’Italia di Mussolini non aggredisce, si impone con la forza della nazione risollevata, non istiga, perchè l’istigazione, la tortuosità, il pettegolezzo sono dei deboli e degli sleali. La politica fascista non ha paraventi e nascondigli per celare inconfessabili aspirazioni, non ha sbirri per seminare zizzanie, non si serve di sette e di congreghe per costruire i pilastri della sua potenza. Gli altri sono padronissimi in casa propria di creare tut> te le associazioni che vogliono, ma la correttezza dei rapporti internazionali e la saggezza umana dovrebbero consigliare di non dare molestia a chi tace per prudenza e per dignità. Conosciamo tutte le associazioni più o meno segrete sorte in Jugoslavia, l’ingranaggio del loro organamento, la loro sfera di influenza, il loro campo obbiettivo. Ma l’O-rjuna assorbita nella Narodna Odbrana non s’illuda mai di poter ripetere sul confine istriano quello che ha tentato sul confine bulgaro; e la Jadranska Straba potrebbe fare a meno di sciuparsi il fegato, invelenendo contro l’Italia nella sua focosa e romantica propaganda adriatica. La Jugoslavia non commetterà certo il cattivo gusto, e non assumerà l’atteggiamento sconsiderato di voler competere con una Nazione di 42 milioni d’uomini, salda nella sua fede, disciplinata nella sua marcia, che influisce e s’impone sul corso della politica mondiale.