LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 205 autorevoli capi del popolo croato, il quale doveva aver subodorato il vento infido, e si era recato a Parigi per cercare di raddrizzare il timone della sua barca. Il re andava a sostenere la tesi del panserbismo come l'unica soluzione dell’inquietante situazione creatasi nel paese col regime parlamentare; e il ministro andava a perorare la causa federalista, perchè — egli diceva — un regno tripartito diveniva un alleato indebolito non meri-tevole di fiducia. Ma il povero Trumbic se ne tornò colle tasche vuote. E il giovane monarca invece fece ritorno a Belgrado con tutto un programma di stato, avendo ancora nelle orecchie il gradito chiasso gioviale che circondò la sua figura nella massima Loggia della riva della Senna. Sembra che a Parigi si fosse concertato di affidare la presidenza del Consiglio al Generale di armata Stefano Hazic, già Ministro della Guerra e della Marina nell’ultimo Gabinetto di Koroscez. Egli fu difatti fino alle ore 21 del 5 gennaio 1929 Presidente del Consiglio « in fieri ». A quell'ora entrava però in scena una nota figura di soldato autoritario e di organizzatore di associazioni segrete : Pietro Zivcovic, Aiutante di campo del Re e Comandante la Guardia Reale. Lo Zivcovic è indubbiamente una delle figure più rappresentative della storia serba del nuovo secolo. Egli favorì l’eccidio del Konac del 1903, fu tra gli esponenti più in vista della massoneria serba, fondò l’Associazione militarista segreta della Cerna Ruka (Mano Nera), a cui appartennero gli assassini degli Obrenovic, e che preparò 15 — LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA