LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA
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un così duro e sanguinoso calvario alle aggiogate popo-lazioni macedoni.
   Oggi la Macedonia è a più forte ragione il pomo della discordia balcanica. Salonicco è la chiave di volta dell’importanza balcanica, la testa di ponte di tutto il commercio della penisola avviato sulle vie del Mediterraneo orientale e d’oltre Suez, il nodo di distribuzione dei prodotti del centro e dell’ovest della Penisola. Salonicco è un importantissimo porto di transito. Essendo dunque essenzialmente un porto di transito, lo sviluppo e la ricchezza del suo commercio dipendono in prevalenza dall’organizzazione tecnica del suo porto e dalle relazioni col suo retroterra. Questa sola ragione spiega tutta l’importanza che riveste il territorio della Macedonia, divenuto l’obbiettivo finale di tutte le egemonie degli Stati che si pigiano e si cozzano intorno al bacino dell’Egeo. Oggi la Grecia difende il suo dominio sulla città dalle mire di Belgrado e di Sofia, ma nessuno degli Stati confinanti saprà mai distogliere lo sguardo da un punto così strategico per l’affermazione di una supremazia nei Balcani. È stato ultimamente concluso l’accordo greco-jugoslavo sul traffico di frontiera e la zona franca di Salonicco; e molta stampa, specialmente quella di Belgrado, ha voluto gonfiare un’importanza esagerata e ottimista che l’accordo non ha assolutamente. Esso non è che la conclusione della Conferenza del Pirot, la quale aveva il solo compito di esaminare delle semplici questioni di frontiera. Si è parlato così d’un reale e sostanziale avvicinamento della politica di Atene e di Belgrado, e si mostra di non comprendere come il conflitto serbo-greco per la Macedonia