252 A. BESOZZI - V. A. MARTINI o che il combattimento dura troppo e richiama nemici dalle vicinanze, deve subito interromperlo. Durante il giorno accettare il combattimento solo verso il tramonto, in modo di avere poi la possibilità di dileguarsi nell’oscu-rità. Non accettare mai il combattimento con tutta la banda. Lasciare a fronteggiare il nemico solo due o tre troike, e colle altre cercare di accerchiarlo e distruggerlo. Tale principio vale anche per il gruppetto e per la troika. Con le troike basta che un solo comitagio tenga a bada il nemico, mentre gli altri due, aprendo il fuoco dall’im-mediata vicinanza, lo costringeranno a ritirarsi o ad arrendersi. Usare nel combattimento di giorno e di notte quei mascheramenti che si adattano al terreno. A combattimento ultimato sotterrare i cadaveri del nemico e dei co-mitagi, dopo aver tolto loro quanto può essere utile alla banda. Uccidere i propri comitagi gravemente feriti, se non vi sono nelle vicinanze fiduciari sicuri. Quei comi-tagi che cadessero prigionieri del nemico devono suicidarsi. Il combattimento va condotto individualmente, utilizzando tutto quello che può spaventare il nemico. Se il nemico si ritira, inseguirlo col fuoco. Dopo il combattimento far sparire ogni traccia, e ciò anche in marcia e nei bivacchi. Attaccare senza il grido « Urrà ». Gli attacchi devono essere eseguiti fin che si può ad arma bianca. Agire rapidamente, e ad àzione compiuta sparire in direzione contraria a quella verso cui si era diretti. Ogni operazione sia d’attacco che di difesa va con-