222 A. BESOZZI - V. A. MARTINI Un altro aspetto degli armamenti jugoslavi è dato dall’organizzazione di un corpo aeronautico che la Serbia non aveva mai avuto. Si riveste perciò d’una particolare importanza per noi la constatazione che tutti gli Stati confinanti con la Jugoslavia sono privi di una aviazione militare. L’aviazione jugoslava è alle dirette dipendenze del Ministero della Guerra e della Marina, e da ciò risulta una omogeneità delle organizzazioni armate e una fusione di direttive. La forza aviatoria è fino ad oggi così distribuita: 474 ufficiali, 538 sottufficiali, 117 addetti ai lavori tecnici, 378 ufficiali di riserva e 165 sottufficiali, 274 piloti, 173 osservatori, 82 piloti da caccia. Gli apparecchi idonei alla guerra sono circa 280 (bombardamento e ricognizione) e 120 velivoli da caccia; quelli non atti alla guerra 200; in via di costruzione 470; apparecchi scuola 200; e una nave porta velivoli. Le cifre dimostrano da sole l’importanza degli armamenti aerei jugoslavi e la vistosità delle spese che il Governo di Belgrado sostiene in questo campo. Contemporaneamente a dette organizzazioni si dà un forte incremento all’industria nazionale aeronautica, e si favorisce con attiva e costante propaganda di stampa la formazione di una coscienza aeronautica, e l’estensione di associazioni aviatorie civili. Il comando dell'aviazione militare ha sede a Petro-varadin. Gli aeroporti principali sono quelli di Jesenice, Serajevo, Skoplie, Zagabria, Zemun (a pochi chilometri da Belgrado), Mostar, Lubiana, Kralievo.