LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 141 ti, et similia. Così Belgrado inscena di fronte all’opi-nione straniera il quadro d’una Serbia innocente, pacifì-ca, attaccata dalle mene sediziose di fanatici anarcoidi, e costretta a difendersi contro le insidie dei disturbatori della pace balcanica. Povera Belgrado, c’è davvero da compiangerla! Intanto si sopprime la stampa croata, si ammazza il pubblicista Schlegel, si mettono all’indice i libri croati, si angariano e si scudisciano le popolazioni, mentre la Narodna Odbrana e consorelle si incaricano di inviare ai malcapitati perseguitati lettere minatorie facendole spesso seguire da gesta di efferatezza. Non è un mistero per nessuno che tutte le associazio-ni segrete serbe sono alla diretta dipendenza del governo radicale. Esse sono il più valido strumento della politica di violenta snazionalizzazione che svolge Zivcovic, assecondate nella loro opera dagli agenti della polizia militare e politica. Sono assolutamente inaudite le ferocie che commette contro gli assoggettati la macchina del militarismo serbo. Esse sono di una tale malvagità che appaiono assurde agli occhi degli uomini civili. Impressiona fortemente d’altro canto il cospicuo numero degli arrestati per ragioni politiche che empiono le carceri, soggetti a trattamenti spesse volte terrificanti. Il capo della polizia serba ha pronunziato ultimamente queste parole : « Noi sappiamo che i croati hanno l’intenzione di continuare gli atti di terrorismo contro di noi. Ebbene pertanto sappiano che per ogni nostra testa ne cadranno cento croate, per ogni 11 — LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA