LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 71 staccarono da un muro un Leone alato, il simbolo di Ve-nezia, e lo ridussero in pezzi che gettarono nelle acque, nella speranza che l’esempio fosse imitato in tutte le località della Dalmazia. Codesti pezzi furono da noi rinvenuti ed esposti a Roma sulla piazza Sciarra, perchè ciò servisse d’incitamento alla resipiscenza di quanti si ostinavano nella loro azione slavofila e rinuncitaria o s’impaludavano in una fredda apatia nei riguardi della bruciante questione italiana in Adriatico. I rappresentanti del governo slavo della Dalmazia ebbero nondimeno l’impudenza di inviare al nostro Ministero degli Esteri una petulante protesta, con cui creavano anche un alibi morale contro tutto ciò che di brutale e di tortuoso andavano perpetrando in Dalmazia ai nostri diretti danni. La protesta radiotelegrafata era questa : « Ministero Esteri Regno d’Italia. Roma. Da alcuni giorni navi italiane guerra approdano nostre città sbarcando truppe a Zara e varie isole dalmate esercitando atti di occupazione. A Zara rivendicano diritti territoriali proibendo approdo nostre navi e persone previo consenso comandante italiano ed esigono che funzionari prestino giuramento fedeltà all’ Italia. Con la caduta dell’impero austroungarico, serbi-croati-sloveni formanti nazione jugoslava proclamarono propria indipendenza e costituzione dello stato jugoslavo insieme a regni di Serbia e Montenegro. Costituirono provvisoriamente quale autorità suprema consiglio nazionale a Zara, dal quale venne costituito il Governo provvisorio della Dalmazia con Sede a Spalato.