152 A. BESOZZI - V. A. MARTINI Le stragi che hanno fatto nei paesi musulmani sono inenarrabili. Il Rivet ci dà questa statistica dei delitti perpetrati contro i maomettani poco tempo dopo la cosi' detta unità jugoslava: un migliaio di uomini uccisi, 76 donne bruciate, 270 villaggi saccheggiati e distrutti. Nell’ottobre del ’19 fu pubblicato dall’organo musulmano di Serajevo un memoriale che era stato presentato a Belgrado (o eterna ingenuità che crede al mito della giustizia!) in cui si esponeva una lunga serie di terrificanti violenze e di sopraffazioni consumate dai serbi nell’intento di sterminare l’elemento musulmano. Erano state commesse torture, uccisioni, incendi, saccheggi, estorsioni, violenze religiose, crudeltà d’ogni sorta. Nelle regioni di Piava, Gusinje e Ruga furono massacrati tutti i musulmani, uomini e donne, vecchi e ragazzi. Molte vittime furono anche legate e arse vive. Con la votazione della legge agraria infine, che affermava il principio bolscevico della spartizione delle terre, diversi latifondisti musulmani furono gettati sul lastrico. Una reazione violenta e sanguinosa si determinò allora nei musulmani, che uccisero nella regione di Jpek una cinquantina di personaggi serbi e distrussero cinque villaggi. Nel 1921 scoppiò anzi una grave sommossa fra i musulmani del Sangiaccato, che costò allo Stato molto denaro e il sangue di molti soldati. I musulmani erano organizzati fino al colpo di Stato nel partito regionalista diretto dal dottor Spaho, il quale finì col basarsi su rivendicazioni regionali di carattere amministrativo.