LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 199 versia d’ordine materiale, che viene poi storicamente aggravata da un fattore morale: il predominio che Bucarest esercitava nei Balcani'dopo il 1913 e che non è quindi disposta a cedere così facilmente all’ambizione irrequieta e pericolosa di uno Stato costituito sulla sabbia. LE MINORANZE MAGIARE E TEDESCHE Vorremmo trovare una zona in tutta la Jugoslavia, esclusa la Serbia, in cui la politica di Belgrado potesse dire di costruire stabilmente. Vorremmo francamente trovarla non foss’altro per vedere se ci fosse un modo di dar ragione a quanto vanno ogni giorno strombazzando tutte le gazzette panserbe sull’unità jugoslava, sulla coesione della nazione, sulle direttive pacifiche, sull’ equilibrio balcanico. Abbiamo finora passato in rassegna diversi nuclei nazionali formanti il regno jugoslavo, e più l’esame si spinge, più sì nota il carattere groviglioso dei problemi che la politica interna di Zivcovic è chiamata a risolvere. La dittatura dispotica e tirannica crede naturalmente di risolverli, facendo funzionare leggi draconiane e spargere terrore, ma con quanto profitto ognuno può constatare. Sono anche incorporati nei confini Jugoslavi dei nuclei magiari assommanti a circa 600 mila uomini, e distribuiti nella Baranya, nel Bacska, nel Banato occidentale e nel Marakòz. Le diverse statistiche sono veramente discordi, ma la cifra da noi citata rappresenta quella più attendibile in quanto è stata spogliata di tutte le tare costruite dagli interessi di parte.