184 A. BESOZZI - V. A. MARTINI concessione della Macedonia, ma Pietroburgo respinse senz’altro l’intraprendente richiesta perchè non voleva mettere i Bulgari sotto il dominio serbo. Fu stipulato così nel 1881 un patto tra Vienna e Belgrado, con cui la Serbia si impegnava di non occuparsi della Bosnia, e l’Austria prometteva di sostenere le rivendicazioni serbe sulla Macedonia. La Bulgaria intanto si andava ingrandendo e comin-ciava a intensificare la sua opera in Macedonia che gemeva sotto il duro dominio ellenico-ottomano. Col trattato di Santo Stefano essa riusciva finalmente a farsi assegnare tutta la Macedonia, e con quello del marzo 1912 la Serbia fu costretta a riconoscere il dominio di Sofia sulla parte meridionale della regione. Questa vittoria del bulgarismo macedone non fece però che determinare una spinta maggiore all’espansionismo dei serbi, i quali erano decisi di vendicare la marcia vittoriosa che nel 1885 le truppe bulgare avrebbero condotto su Nisc e su Belgrado se la Cancelleria di Vienna non avesse mandato a Sofia il suo ultimatum. Quando infatti la Bulgaria compromise tutto il suo destino impegnandosi decisamente ad abbattere nella Tracia la forza delle armate ottomane, le truppe serbe s’istallarono in Macedonia, in barba ai trattati e alla fratellanza slava. Di qui poi la seconda guerra balcanica in cui soccombette la Bulgaria. Si iniziò allora quella violenta politica di snazionalizzazione e di colonizzazione serba, che doveva far salire