78 A. BESOZZI ' V. A. MARTINI LA GESTA FIUMANA Fiume italianissima gridava: O Roma o morte! Wilson non si piegava di un millimetro dalla sua osti' natezza. Gli jugoslavi riacutizzavano i loro sistemi di ol-traggi e provocazioni contro l’Italia. Nella notte fra l’u e il 12 settembre 1919 il Comandante Gabriele d’Annun-zio partiva da Ronchi con un battaglione di granatieri, deciso di annettere all’Italia la città italianissima, tutta là Dalmazia italiana. « Abbiamo combattuto per la più grande Italia. Vo' gliamo l’Italia più grande. Dico che abbiamo preparato lo spazio mistico per la sua apparizione ideale. L’atten' diamo alfine quale noi l’annunziamo. Che pace si vuole imporre a noi poverelli di Cristo? Pax gallica? Pax britannica? Pax stelligera? Ebbene no! Basta! » Fiume fu un delirio di applausi, una vampata ardente di entusiasmo, una frenesia altissima di trionfo. La Madre era alfine ritrovata. Ma il 13 settembre Nitti sconfessava d’Annunzio. Fiume fu lasciata dall’Intesa sotto la responsabilità ita-liana. E il giorno 18 Cagoia faceva bloccare la Città per indurla alla resa. Fu in quei giorni tenuto al Quirinale un Consiglio della Corona. Wilson fece sapere che si rifiU' tava nuovamente a riconoscere Fiume all’Italia. Ma il 26 ottobre, con un grande plebiscito, si decideva di annet-tere alla Madre patria la Città sacrificata. Wilson si ostinò