LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 57 Francesco Ferdinando, che mirava a fare una struttura politica omogenea con l’impero trialista Austria-Unghe-ria-Jugoslavia. Il 3 novembre 1918 il Consiglio nazionale di Zaga-bria, autoinvestito della sovranità su quella costituzione, ne dava comunicazione alle Potenze alleate. Era il crollo del panserbismo. Pasic cominciò a gettare acqua sulle funi. Si riunì quindi a Ginevra nei giorni fra il 6 e il 9 novembre una commissione composta di elementi che impersonavano quattro correnti: il panserbismo, l’opposizione serba, il federalismo repubblicano croato, l’autonomismo croato rappresentato dal Comitato di Londra. Dopo lunghe e contese sedute si giunse alla fine del terzo giorno a dare al problema una soluzione che parve profonda, definitiva ed equa, e non fu che momentanea. Si lasciava a Zagabria la sovranità su tutti gli slavi compresi nei confini austro-ungarici e a Belgrado quella sulla Serbia e sul Mintenegro; di più si concordava la formazione di un Ministero comune con tre rappresentanti di Zagabria e tre di Belgrado, e il tutto sotto una parvenza di costituzione politica a forma dualistica. Il governo serbo, che si era trasferito nella oziosa Corfù dopo la ritirata, rispose subito che con quel patto non se ne faceva nulla. Dove andava a finire altrimenti l’imperialismo pan-serbo? Il Consiglio di Zagabria riaffermò allora la sua decisione nel senso di dare alla questione una definizione federalista, ma venne a trovarsi di fronte al contegno ser-