156 A. BESOZZI - V. A. MARTINI go di starvene tranquilli a casa vostra, e di non opporvi con le armi alle truppe che cercano di impadronirsi del governo del vostro Paese. Dai rappresentanti dei Paesi alleati ho ricevuto le più alte assicurazioni che al popolo montenegrino sarà offerta fra breve una buona occasione di pronunciarsi liberalmente sulla forma politica del suo futuro regime. E per parte mia mi confermerò con piacere a tale decisione. Nicola ». I montenegrini pertanto, poco amanti del vago, riuscirono a concludere coi serbi una specie di trattato di pace, col quale si impegnavano di non muovere attacchi, e ottenevano che sarebbe stata rispettata la libertà individuale, la proprietà privata e demaniale, e che non sarebbe stato inoltre imposto ad essi nessuno degli obblighi ai quali erano tenuti i regnicoli serbi. Pochissimo tempo dopo questo accordo, temendo che a Versailles si potesse prendere qualche decisione contraria ai loro disegni, i serbi cominciarono un’azione violenta d’opposizione, imponendo con la forza ai montenegrini di riconoscere l’annessione. II paese fu subito teatro di terrore e di vandalismo. Ritornava nella storia del mondo per opera dei serbi la triste pazzia di devastazione degli unni. Nella piccola Cettigne vi furono più di quattrocento fra morti e feriti nel solo gennaio 1919. Colle truppe serbe v’erano anche quelle francesi. Diversi monumenti storici furono abbattuti. Si distrussero tutte le opere d’arte. La proprietà della Casa regnante fu venduta all’incanto. Si soppresse anche la Chiesa autocefala. I viveri che gli Alleati mandavano al popolo montenegrino furono distri-