LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 191 stituisce in massa compatta la maggioranza della popo-lazione abitante la Macedonia. Dieci anni sono passati dopo la conclusione dei trattati di pace. Non di meno il trattato di San Germano per la protezione delle minoranze nazionali è rimasto lettera morta. E ciò che più conta è che le minoranze nazionali bulgare in Jugoslavia sono non solamente private dei diritti previsti in questo trattato ma sono bensì sottoposte sistematicamente ad una snazionalizzazione e assimilazione violente, alla privazione dei diritti politici, al-l’asservimento economico e alla miseria sociale. Contrariamente ai trattati esistenti il Governo Jugoslavo annienta tutte le nostre istituzioni culturali nazionali istruttive e politiche, chiudendo 541 scuole bulgare con 37.000 scolari, espellendo 1013 insegnanti bulgari, confiscando e trasformando in chiese serbe 761 chiese bulgare, cacciando sei vescovi, perseguitando e sterminando 833 sacerdoti bulgari, distruggendo tutte le biblioteche e sale di lettura, dove noi ci educavamo alla nostra lingua materna bulgara, proibendo la pubblicazione di giornali e periodici bulgari in Macedonia. In una parola, il governo jugoslavo distrugge in Macedonia tutto ciò che poteva servire allo sviluppo culturale e sociale dei bulgaro-macedoni. Nella direttiva della sua politica di annientamento del bulgarismo in Macedonia, il governo jugoslavo ricorre anche a misure che altrove sono considerate come la completa negazione della civiltà attuale e delle nozioni elementari di libertà: A) A dispetto dell’art. 7 del trattato di San Ger-