LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 99 gravitare tutta la sua politica sull’Europa orientale dopo che la sconfitta inflitta dai giapponesi infirmò l’influenza del colosso russo nell’Estremo Oriente. Più che missionario, come si è voluto far credere, il panslavismo di Sa-zanov fu quindi un opportunismo diplomatico. L’idea-forza di questo imperialismo panslavo traeva origini anche da un sentimento democratico e ortodosso, e come tale si dimostrava ostile a Vienna e a Roma, essendo esse i due centri più rappresentativi del cattolici-smo, oltreché le capitali di due Stati che rappresentavano un ostacolo alle mire degli slavi balcanici. Una dimostrazione di ciò la si ebbe poi quando la Russia eccitò e aizzò la Serbia contro l’Austria e si oppose energicamente alle rivendicazioni adriatiche dell’Italia. Abbattuto così tragicamente il potere zarista, l’eredità del panslavismo venne raccolta dagli slavi del centro-Europa e dei Bàlcani: e cioè ceki e serbi. Il centro si trasferì allora da Pietroburgo a Praga e a Belgrado, e così si rafforzò l’idea dell’imperialismo neoslavista dei serbi. Il Primorske Novine di Sussak ha espresso al riguardo questo concetto, che è alla base di tutta la politica di Belgrado : « Noi diverremo l’elemento più cosciente del concetto di stato fra tutti gli slavi, e in unione coi ceki, i quali sono per cultura più vicini ai popoli occidentali, potremo organizzare il popolo russo, il quale ha enormi energie, ma queste energie non sa adoperare per la realizzazione delle grandi idee. Il compito di tutte le Potenze slave aderenti al nuovo panslavismo sarà di dare a tutta l’Europa occidentale quella sistemazione che corrisponde ai bisogni dello spirito umano ».