LA JUGOSLAVIA E LA PACE EUROPEA 41 all'idea e alle speranze, ma vi era sotto egualmente un armeggio segreto fatto di volontà e di pericoli. Non appena l’Italia dichiarò guerra all’Austria, i poliziotti fecero subito sentire il peso della loro mano di ferro. Nel gabinetto del vice governatore furono affisse queste parole: « Gott strafe England und vernichte Italien! » Iddio punisca l’Inghilterra e annienti l’Italia! Spionaggi, perquisizioni, arresti e confische. Si tentò con tutti i mezzi ed i più insidiosi espedienti di creare anche su fatti e prove vaghe dei processi politici che coinvolgessero il maggior numero possibile di italiani. Essi furono spietatamente perseguitati e vessati tutte !e volte che se ne presentava l’occasione. Molti furono confinati e internati, e su tutti si fece gravare l’incubo di una oppressione morale che era più che una pena. In Italia si era intanto formata una « Commissione centrale di patronato per i fuorusciti Adriatici e Trentini », che fu un focolaio di pura e ardente italianità intorno al quale confortarono il cuore gli esuli che erano venuti in Italia per offrire la fiamma della loro fede. Molti fra loro accorsero alle trincee, sfidando l’arma e la forca absburgica. Altri rimasero nel Paese occupati in un’accanita e tenace propaganda sulla sacrosanta italianità della Dalmazia e sul suo valore per la nostra libertà adriatica, quando i traditori interni andavano inquinando con le false ideologie del più vieto internazionalismo massonico il valore e la portata del nostro grande contributo di sangue alla guerra di liberazione. Nel suo atteggiamento giacobino quel minosse di Bissolati giunse persino a dichiarare apertamente a due