104 A. SESOZZI - V. A. MARTINI versa in condizioni assai migliori. La bilancia commerciale di Belgrado scende in una passività inquietante, e i fallimenti si susseguono con ritmo pressoché disastroso. Questo dipende direttamente dalle enormi spese che si fanno pesare sul bilancio militare e dalla paradossale situazione economica interna che si è venuta a creare dopo il pieno fallimento dell’esperienza dittatoriale. Sia la Jugoslavia che la Rumenia si dibattono oggi in questa crisi, cercando una via di salvezza. Belgrado vorrebbe rivolgersi a Parigi, ma dalla Senna non le vengono dovizie di capitali come di consigli, e Bucarest orienta la sua politica economica verso il Fascismo. Sono queste diversità di condizioni economiche, che segnano divergenti obiettivi di ormeggio, a rendere negativa una reciproca collaborazione in seno alla Piccola Intesa. Poi v’è anche il fatto che la sacramentale e spesse volte derisa formula « i Bàlcani ai popoli balcanici » si traduce per Belgrado nel postulato la « Balcania ai serbi ». E la Rumenia non ha da farsi al riguardo illusioni contrarie. PER L’ALLEANZA FRANCO-JUGOSLAVA Poco dopo gli armistizi, e precisamente il 12 febbraio 1920, « L’Idea Nazionale » pubblicava alcuni importantissimi documenti relativi alla vita politica internazionale deH’immediato periodo post-bellico. Fra essi ne apparve uno di singolare ed edificante entità riguardante