— 07 — Venuto potev» credersi in parte stato italiano, rispettò questo processo storico e il carattere italiano, consacrato «la «lue millenni ininterrotti «li civiltà, rimase conservato alla Dalmazia in tutta la sua vita civile, social«*, politica. Appena, il sogno dell’ egemonia austriaca in Italia tramontò per sempre, u Vienna fu decretata la morte politica degli italiani in Dalmazia, il sacrificio della borghesia, della civiltà italiana al numero dei contadini slavi. Nè fu questo — come qualcuno amo credere e far credere — un atto di giustizia democratica austriaca. Poiché gli stessi privilegi, che si toglievano a viva forza brutalmente alla Iwrgesia italiana in Dalmazia, si lasciavano intatti anzi si accrescevano e si circondavano di garanzie costituzionali alle borghesie tedesca, magiara e polacca nelle provincie. ove questi po|»oli stavano nello stesso rapporto di cittadini e contadini verso |M>poli meno civili. Nella Dalmazia stessa ciò, che si toglieva con violenza alla Inirgbesia italiana, si concc«leva alla neocreata avventizia borghesia slava, meno civile e quindi in linea democratica piò dannosa agli interessi di un popolo *). Le istituzioni statali e provinciali, le leggi amministrative, le rappresentanze pubbliche, le leggi elettorali restarono le stesse, soltanto furono • ) Anche i croati pio Impaniali di oggi in IMnuli riconoacono t benefici dall« amminialraxioui comunali italiana in provincia e citano Zara. rimasta ancora comune italiano, coma modello di amminiirtraiioae pubblica audio nella parti del uno contado abitalo da «lari.