vare, |«*r I» prima volti», quelle intime nodisfa--¿ioni ohe li» nostra «eieiuta ci fa largamente godere — mi è rimasto sempre, di poi, un dolce ricordo nostalgico. Mi pareva, allora, quasi di compiere uu pio pellegrinaggio di cittadino ebe nou dimentica, e sentivo che nel muovere i primi passi sulla via dello studio, dietro il consiglio e la guida del mio maestro, io stavo per |>ortare il mio piccolo modesto contributo a quella che avrebbe dovuto essere l’o|*era degli italiani : conoscere e far conoscere quella terra che ero stata ■l’Itali», e che all’ Italia guardava ancoro, fedelmente, con ansiosa speratimi. Da allora le condizioni politiche della Dal* tnasia soiio cambiate, e I’ interessamento degli italiani per quei eonnazionali, che lottano con diuturna pertinace resistenza contro l’invadenza sempre crescente di civiltà diverse e nemiche, è sorto — ai può dire — quando già la lotta appariva oramai impari e pia didlcilc ero il sostenerla, per quanto viva fosse ancoro l’antica fede. Kppure sarebbe ben stato compito nostro studiare quella terra che sta di fronte all’ Italia, e con I* Italia ha avuto, e pia dovrebbe avere, coni stretti rapi Mirti. Una stessa storia geologica unisce le due sponde opposte deir Adriatico. Hi è detto che un antico continente si stendesse tra runa e l'altra, e poi sprofondasse per un grandioso cataclisma della crosta terrestre, mentre la acque si precipitavano a colmare la grande tonsura ed a formare quella che è adesso il mare Adriatico. Ma di qaesta antica terra non ri sono le prove sicure.