l’azione politica (h‘gli italiani tli Dalmazia veniva » ridursi alla difesa delle loro posizioni nel comune di Zara e del loro possesso nazionale, linguistico e culturale, in tutta la provincia, alla conservazione cioè pura e semplice della loro esistenza nella speranza ili tempi migliori, di eventi liberatori. Era forse pretender troppo, che nei limiti modestissimi, in cui li si era ristretti, li si lasciasse viver in pace f Per non dar sosjietti di velleità di riconquista in parecchie elezioni nemmeno si presentarono più alle urne inarcando cosi quasi una rinuncia — nelle condizioni fatte loro — alla vita politica della provincia. Eppure i croati, che — beniamini del governo — hanno ormai tutto quello che vogliono e sono padroni assoluti della provincia non cessano ancora dal combattere il manipolo di italiani rimasto fedele all’idea nazionale. Questa è la consegna data loro dal governo austriaco; la grande Croazia, l’unità croata o l’idea iugoslava e quella serba dispiacciono a Vienna ed a Budapest e i partiti croati di Dalmazia, pur di conservare il potere, uno alla volta cancellano dai loro programmi quei postulati fondamentali, con i quali sorsero, restano però fedeli ad un unico punto del programma: è programma austriaco ed è la ragion d'essere di ogni partito croato governativo: ancora e sempre lotta d'esterminio agli italiani, estesa ora, su tutto il fronte del confine italo slavo, in Istria, nel contado di Trieste e nel Goriziano e provocazione continua di odi fra italiani e slavi, affinchè si perpetuino — secondo i desideri austriaci — ancho