— 55 — Et lune Udì* crii rum Leo virio» erit. — Un sinistro presagio agitava i petti. A Zar» le bandiere del!» Repubblica vennero portate in processione e de|«oste in conspetto al nuovo padrone come sacre reliquia sull’nltar maggiore. A l'eraato II purpureo gonfalone fn sepolto come un corpo a»nto aotto all'altare, con un atto di fede: a Se i tempi preaenti— non »veaae ti tolto dall’ Italia, per ti in perpetuo «ar»ve atae le noatre •ottante, el sangue, I» vita nostra e pintoato che vederle vinto e disonori dai toi, el coraggio nostro, la nostra fede, se averave sepelio sotto de ti. Ma xa che altro no resta da far per ti, el nostro cor sia l’onoratissima lo tomba, e el pib puro e el più grande to elogio le nostre lagrime ». U Repubblica Univa degnamente soltanto in Dalmaxia. Vinto il Leone, veniva affidata a Dio la rana» del diritto dei popoli. Quel diritto Ragnaa credeva di poter rivendicare per la Dalmaxia al libero giadixio delle cit-tadinaine. Illusione, rbe la Ihiltnaxia nella menta del Bonaparie era già sacrificata all’Austria. Contro la protesta del Governo provvisorio ve-nesianot contro la dimostraxione del cittadino che 1» Francia democratica poteva giovarsi soltanto di un’ Italia unita • in una aola massa » e ebe alla « politica esistenza • dell’Italia « è infinitamente importante che l'Istria e la Dalmaxia~. reatino congiunta agli stati liberi • delta Penisola; contro la repugnan*» del Direttorio per un’Austri» annidata in Italia e aignora dell’latria e della