Nel volgere di un decennio le anni di 8. Marco «lue volte ebbero a difendere dall'assalto ungherese il contrastato diritto. Quindi Venezia, da un lato di assicurò meglio della di|iendensa delle città affidando l’officio di conte a snoi gentiluomini, dall’ altro cercò di prepararsi la piena signoria con un importante atto di politica ecclesiastica, ossia favorendo l’autonomia della sede episcopale di Zara con giarisdixione sulle sedi insulari, ed ottenendo da Adriano IV (I1&5) che la metropolitana Zaratina dipendesse a sua volta dal Patriarcato di («nulo. I>a ciò gravi contose oeelesiastiche, e sospetti e sdegni « ribellioni, che costrinsero Venezia a nuove azioni militari ed a riannodare migliori relaxioni con I’ Ungheria mediante nuove parentele. Ma l’ira sorda di Manuele I Comneno, dopo ■vere invano tentato di dure un colpo mortole allu grundesxa di 8. Marco sull’ Adriatico chiamò presto Vcnexia ad ana difficile prova (1171), che fu superata piuttosto per virtà civile e per senno che per forxa d’armi. In queir ora la Dalmasia rimase fedele : soltanto Ragusa fu osti le. A Kagusa, piò che altrove«, lo spirito manici-pule ni mostro sino da aulico tempo vigoroso e pugnace. Ivi piò forte si sentiva la pressione degli Slavi e piò soverchiarne la prosperità dei Ve-nexiani. t Kagusei ritrovarono la maggior forxa di reaislenxa nella loro attività ed in ana vigile politica, la quale, spesa» nemica agli Slavi e sempre avversa a Venetia, cercava piuttosto ai ato da