un Iti «•■«tuo il prottigio, dovuto alla «uperiore civiltà e cui tara. I mewai «li Ito ni a, mentre li battenti no, incolnino loro il riaprilo tiri routini e degli antichi abitatiti. Itiaanzio impera, ma, come a Venezia, più che altro di nome, e con Venezia i Dalmati Mentono una comunanza d’intere*ai, che non è importa, ma ai rivela «|>oiitanra per la qtiaai identità ili condizioni, evidentiaaima aopratlutto durante l'impero dei Carolingi. ('Artou>a^no, dopoché nel 771 ebbe ponto Amai regno longobardo ed occupato dipoi il Friuli e l’latria, ni trovò a fronte gli Avari, allora dimoranti nella Pannonia. (Hi «lavi e l’imperatore ai allearono «ubilo contro quei «oleati vicini e co«) Carlomagno ebbe la Pannonia, la (sia pidia e la Liburuia settentrionale, venendo in Dalmazia come in Italia, a confinare con i bizantini. Per occupare le città dalmate, «oggette a questi ultimi, era nrrraaaria una flotta ed egli che non l’aveva, impoae a Venezia, la quale non potè rifiutanti, di aiutarlo. Allora, atretti dalle navi venete, i dalmati mandarono a Carlomagno con molti donativi, inaieme con qoelli veneziani, i lori legati. Paolo dms di Zara e I tonato, l’illualre e «auto vescovo della «team città. In quel tempo dunque la iHlmazta romana è completamente di «tinta da quella «lava, e Zara, che ai preaenta come la rittà principale, ha un dmjr come Venezia. Raguaa poi, munita aempre meglio di torri e di baationi. poaaiede già una piccola flotta per difenderai dai pinati «ara*-«-ni. che incominciavano ad infestare F Adriatico 1 Bizantini non avevano pero rinunciato an-