— 29 — là «Ielle Dinaricbe, ma il loro dominio uou fu ugualmente desideralo da lutti, poielié le condizioni dei cromi al di qua e al di là delle Dinaricbe erano necessaria mente diverse, i bisogni e le aspirazioni in conseguenza in contrasto, contrasto cbe si esprimerà spesso nell’appoggio dato dagli uni, negato dagli altri alla signoria franca. La potenza dei Bizantini nel mare Adriatico stara ormai per tramontare: nel corso del «eo. IX essi perdono Ksrenns e già dall’ ftK* vedono ab-traversate le loro comunicazioni dui ttaraeeni annidatisi a Cundia ed in Sicilia. Ancbe altri pirati infestano I’ Adriatico, i Narrntani, cosi detti dui Xerrnta alle cui foci avevano sede. Alla sua volta la potenza dei franchi, dopo Curlomagno. declina; i principi slavi si rendono ds loro indipendenti; gli ungberi, stabilitisi definitivamente io Psnnonia, incominciano le loro scorrerie verso I' I fui in, Veneziu «ola. ancora nominalmente soggetta ui bizantini — dei quali peraltro veniva esercitando per delegazione or questo or quel diritto — Veneziu ftols r*pprr*rntuvu U naturale sppoggio delle comunità romune del In Dalmazia. ed oltre s Venezia, piò lontano, ma moralmente ancbe più forte allora, il Pontefice di Roma. U ultimo guizzo dells ornisi spegnente«! signoria gre«-* si ebbe nell'mìo quando l’Imperatore Restilo mando uns fiotta nell’ Adriatico ed impose ui principi crosti, (sitisi in que* tempi pifc miti, di rispettare le città romane, promettendo in cambio ds parte di queste un annuo tributo. Dopo, sebbene i documenti ab-