più, |*r |x»i restringerai, a |kh-o a |»ooo, nuova-menu*. D'altronde, qua«! in contrap|K>dto, 1«* idole ni Tanno più dottili, im|>etidatamente Iutieri«* <• Rottili — Ugliano, Pattinati, Kso. Idola Litui:», Idola Incoronala — poi ni rom|»nno in min infinità di »cogli minori, poi am-oru divengon più rad«*, oc»-»»no qutwi là dove «• maggiori* l’ampie**» della faocia di terra ferma: e rinorgoti di nuovo dallo ijK-fcbio del mare più a sud. — Molta, lira**», ladina. Liana, Cureola, I^agoata, Melodi» — quinti a aodtitaire di nuovo la nuovamente ridotta faccia eoatiera, qui dove le Alpi Dinariche ai immergono, come già i Velebit, direttamente nel mare. U aottile »trinola. al piè dei monti, ai attacca a Stagno alla lunga |ieniaoia di Sabbione«!lo; poi corre ancora per Kaguaa verno le Bocche di Cattaro, dove gli Orien e il Lovcen aembrano quaai d» •tenere i nudi altipiani del Montenegro. Noti monti ha la Dalmaxia: non ha monti auoi. I Velebit, le Alpi Dinariebe e minori propaggini di queate «econde — i Iliocovo dietro Mainmca, I Oradina dietro Kaguita — con le loro creai« elevate fin oltre ai l*«00 metri aul mare, con i loro fianchi «codceai ed impervi!, la chiudono, la limitano. la inolano, qoaai completamente, dalla Bai-cani». Solo una breccia è nella gran barriera : quella della Narenta, ebe ai è aperta una via verno I’ Adriatico dai »noi alti bacini dell’ Knegovina. Ma la Dalmaxia, in tè. non ba suoi monti : è come un altipiano, come ano cordolo roceiodo pianeggiante a piè della gran barriera, il quale appare quaai completamente conaervato dolo all' aitetia * di Sebenico — a mena ria tra Zara e Spalato